Anno gregoriano 202x. La piazza è ampia, enorme e quasi completamente vuota. Prendeva il nome dal colore che fu della Umana Passione. Si trova al centro di quella grande e bella città del nord est, rispetto al meridiano zero. E' ora una piazza deturpata da un cratere che, nella notte, è luminescente e mortifero. Cose umane. Un uomo, un maschio, fugge inseguito da alcune decine di donne urlanti che impugnano bastoni e spranghe metalliche. E' un uomo ormai vecchio ma senza rimorsi: Come tutti gli uomini, come tutti i vecchi. Quest'uomo, sopravvissuto al disastro che ha concorso a provocare, adesso è solo, affamato e sempre più debole. Corre, si volge indietro, ma capisce di non avere scampo. Incespica e cade nel grigio asfalto della piazza, esausto. Respira a fatica. Forse ha paura. Le donne lo raggiungono, ma smettono di gridare. I loro occhi blu, si fissano su quelli celesti di Vladimir. Sicuramente pensano ai loro bambini, ai loro amori. Tutti uccisi. E anche tutti i presenti nella piazza Rossa, stanno morendo. Silenzio. Silenzio. Silenzio. Continuando a guardare quell'essere meschino e miserabile, steso su di un fianco, con il dorso della mano che si protegge il viso, provano forse pietà e pena. E gettano in terra le loro armi, andandosene. Alf

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